La filariosi cardiopolmonare è una malattia parassitaria del cane e del gatto causata da un verme (nematode) chiamato Dirofilaria immitis.
I parassiti adulti si localizzano, nella maggioranza dei casi, nel cuore destro (atrio e ventricolo), nell'arteria polmonare e nelle sue diramazioni.
Il numero di parassiti adulti che possono essere presenti a livello cardiopolmonare varia in modo considerevole, diciamo mediamente da 3 a 50.
I vermi si presentano con un corpo allungato e sottile a sezione circolare (tipo spaghetto per intenderci) e di colore biancastro. Si presentano come maschi e femmine e sono riconoscibili perché il maschio ha una lunghezza variabile da 12 a 17 cm e una larghezza di 0,7 - 0,9 mm, mentre la femmina può arrivare fino a 30 cm di lunghezza e 1 - 1,3 mm di larghezza.
La femmina dopo la fecondazione partorisce, direttamente nel torrente circolatorio, delle larve (microfilarie), che permangono in circolo per lungo tempo.
Per diventare verme adulto però la microfilaria necessita di un ospite intermedio, un dittero ematofago, nella fattispecie la zanzara (Culex - Aedes - Anopheles - Mansonia).
Durante il pasto di sangue la zanzara assume le microfilarie presenti in circolo, all'interno del proprio corpo queste si evolvono (nell'arco di 13 - 15 giorni) fino a diventare larve infestanti, che, andando a posizionarsi a livello del labium della zanzara, possono essere reiniettate nell'organismo di un nuovo soggetto durante un successivo pasto di sangue.
Le larve permangono nel derma dell'ospite da 3 a 6 giorni evolvendosi ulteriormente per iniziare poi, attraverso i capillari linfo-ematici, la loro migrazione verso il cuore. Dopo 120 - 160 giorni raggiungono la loro sede definitiva ed in questo stadio misurano 3 - 11 cm.
Il periodo completo che intercorre tra il momento dell'infestazione da parte della zanzara ed il momento della maturità sessuale della filaria (periodo di prepatenza) è di 6 mesi, dopodichè i parassiti possono rimanere vitali e produrre microfilarie per un periodo fino a 5 anni.
Nel gatto il periodo è più lungo, fino a 8 mesi.
I fattori ambientali che favoriscono la presenza e la diffusione della filariosi cardiopolmonare sono caratterizzati da elevata umidità e da temperature idonee allo sviluppo e alla attività delle zanzare ospiti intermedi della malattia. Più prolungata è la stagione di attività degli insetti, maggiore è il rischio di infestazione e la diffusione della malattia nella popolazione animale.
In Italia le aree "storicamente" endemiche per la filariosi sono quelle della Pianura Padana, diffondendosi lungo l'intero corso del fiume Po, le regioni del nord-est, vaste aree dell'Emilia Romagna e del litorale tirrenico della Toscana risalendo quindi la valle dell'Arno, fino ad arrivare alle aree prealpine e appenniniche.
La malattia evolve in forma subdola e spesso senza sintomatologia fino a quando la situazione non si aggrava, con la manifestazione di sintomi evidenti come: diminuita resistenza all'attività fisica, tosse, tosse ematica, difficoltà respiratoria, perdita di sangue dal naso, epatomegalia, splenomegalia, dilatazione addominale, magrezza, cianosi, collassi.
Il Medico veterinario, in base alla gravità della sintomatologia, durante la visita attuerà le procedure diagnostiche (analisi - Rx torace... ecc) e terapeutiche del caso.
Prima di tutto, oltre agli esami generali del sangue, è necessario effettuare il Test che permetterà di evidenziare all'interno dell'organismo la presenza del parassita.
Accertata l'effettiva presenza della filaria ed in base ai sintomi clinici si effettuerà la terapia macrofilaricida (cioè del verme adulto) con le opportune precauzioni del caso tese a prevenire problemi trombo-embolici dovuti alla disgregazione in circolo del parasstita morto.
Superata la prima fase si passerà al trattamento microfilaricida (cioè delle larve) in modo da evitare che l'animale sia "infestante" nei confronti di altri per il passaggio della zanzara da cane malato a cane sano.
Oggi la terapia è più sicura di un tempo anche se il farmaco "adulticida" è sempre un derivato dell'arsenico e quindi anche in questo caso sarà il veterinario a valutare le opportune precauzioni da tenere.
Da queste semplici e basilari informazioni risulta evidente che la terapia migliore è la prevenzione basata sulla lotta alle zanzare con opportuni repellenti e, soprattutto, sulla somministrazione al soggetto sano di un farmaco apposito (ve ne sono alcuni tipi di varie case farmaceutiche) che consentirà, nel caso che la larva infestante fosse iniettata dalla zanzara nell'ospite definitivo, di non farla evolvere ed ucciderla prima che si sviluppi ulteriormente.
Proprio per questa caratteristica il farmaco ha un'azione retroattiva di un mese, cioè è in grado di distruggere tutte le eventuali larve che le zanzare possano aver introdotto nel soggetto nel mese precedente.
La prevenzione quindi va effettuata per tutto il periodo della attività delle zanzare cioè da aprile a novembre, somministrando al soggetto una dose mensile del farmaco prescelto.
E' bene effettuare ogni uno o due anni al massimo un test della filaria in modo da essere certi che il proprio cane sia esente da tale malattia e che non ci siano state "rotture di copertura" (quasi sempre per il fatto che il proprietario si può dimenticare della somministrazione mensile).